La Profezia di San Malachia

Avevo in mente di pubblicare un articolo sull’ipogeo di San Salvatore di Sinis. Poi però i recenti avvenimenti e lo scandalo del Vaticano hanno contribuito a farmi dirottare su un altro argomento.

Recentemente ho letto il libro di Monaldi e Sorti  intitolato “Imprimatur”. Un libro che è stato messo all’indice in Italia per l’argomento trattato (siamo alla fine del 1600, papa Innocenzo XI, alias Benedetto Odescalchi, che presta soldi ad usura agli eretici olandesi di Guglielmo d’Orange perché invada l’Inghilterra e soprattutto perché combatta contro il cattolicissimo Luigi XIV di Francia, intrighi, rapimenti di bambine ordinati dal papa stesso). Subito dopo la pubblicazione in Italia nel 2002 il libro venne ritirato dagli scaffali delle librerie. Oggi è pubblicato in tutte le lingue e in tutti i paesi del mondo ed è acquistabile solo tramite Hoepli. Solo in Olanda è pubblicato in italiano. A seguire, quest’opera prevede altri 5 titoli (il secondo “Secretum” è già stato pubblicato nel 2004 in tutte le lingue tranne che in Italiano).

Dopo questo libro, cambiando genere letterario, ho letto di Glenn Cooper il suo quarto romanzo:  “Il marchio del Diavolo”. Anche qui si parla di vicende riguardanti il Vaticano e della profezia di cui intendo parlare.

Ciò che per me è stato sconcertante è il seguente fatto: entrambi i libri (per di più letti uno dopo l’altro) fanno riferimento alla “Profezia dei papi di San Malachia”. Una profezia di cui neanche i sacerdoti (e ritengo neanche i più indottrinati prelati, vescovi, arcivescovi, etc…) sanno alcunché, addirittura confondendo il San Malachia vissuto 500 anni prima di Cristo con il San Malachia di Armagh in Irlanda, vissuto dal 1094 al 1148. (Malachia, un nome una garanzia per diventare santo).

Questa strana (chiamatela così) coincidenza (la presenza in due libri letti consecutivamente) mi ha indotto a fare ricerche su questa profezia.

Nel 1590 il benedettino Arnold Wion scrisse il libro “Lignum vitae”, pubblicato nel 1595 e conservato negli archivi vaticani. Nel libro Wion riporta la profezia fatta da San Malachia intorno al 1140, sui 111 papi che si sarebbero succeduti dal 1143 ad oggi. Centoundici papi e non di più, perché non ce ne saranno altri. Che sia vero o falso che San Malachia abbia fatto lui questa profezia direi che è fatto del tutto irrilevante. Ciò che ha invece grande importanza è che il libro di Wion è del 1595 e che in esso è riportato quanto attribuito a Malachia, attribuzione vera o falso che sia.

In pratica la profezia elenca i 111 papi, come detto, dal 1143 ad oggi. Ciascun papa viene individuato non già dal nome che assumerà, ma da un “motto” che lo identifica; lo stemma da lui scelto, la provenienza, le sue azioni, gli eventi storici o geografici o astronomici che lo caratterizzano, etc…  Riporto di seguito le descrizioni degli ultimi papi:

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Papa Giovanni Paolo I: Il 109º papa, identificato con papa Giovanni Paolo I, è indicato come De medietate Lunae o De media aetate Lunae, cioè “il periodo medio di una luna”, di circa un mese. Il papato di Giovanni Paolo I durò circa un mese, a causa dell’improvvisa e oscura morte. [omissis]

Papa Giovanni Paolo II: Il 110º papa, identificato con papa Giovanni Paolo II, reca il motto De labore Solis. In latino “labor”, letteralmente “fatica, lavoro”, significa anche “eclisse”, pertanto il signicato della locuzione potrebbe essere “Dell’eclissi di sole”. Consultando il registro delle eclissi solari della Nasa risulta che Giovanni Paolo, nato il 18 maggio 1920, nacque proprio il giorno di una eclissi solare parziale (non visibile però dal luogo di nascita). Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005, giorno in cui non è avvenuta alcuna eclissi. Tuttavia la salma del pontefice è rimasta esposta imbalsamata – secondo il rito del Novendiale – fino all’8 aprile 2005, giorno delle esequie. In tale giorno si è verificata un’eclissi solare [omissis]

Papa Benedetto XVI: Il 111º e ultimo papa, identificato con papa Benedetto XVI, è descritto come De gloria olivae. Il motto De gloria olivae è stato collegato al nome “Benedetto” perché alcuni benedettini sono anche chiamati “monaci olivetani”. Da notare che nell’araldo del Papa è raffigurata un persona di colore sul lato destro (sinistro rispetto all’osservatore) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il termine “olivae” è stato collegato al colore di questo viso di moro. Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell’ordine degli Olivetani. [omissis]

Nel 1820 si aggiunse la profezia di un 112° papa, Petrus Romanus, che presagisce la fine della Chiesa e la distruzione di Roma dopo l’ascesa al soglio pontificio dell’ultimo papa. Ma Pietro Romano potrebbe non riferirsi  ad un 112° papa, ma al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell’elezione del successivo. L’attuale Camerlengo è il Card. Tarcisio Pietro Evasio Bertone, che nel suo nome completo contiene il nome Pietro e nella sua località di nascita, Romano Canavese, contiene la parola Romano.

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E non ci trovate nulla di analogo in quanto sta succedendo tra il papa e il cardinale Bertone??

Come finirà questa guerra intestina in Vaticano non si sa, ma riflettete: Petrus Romanus sarà colui che porterà alla fine della Chiesa e alla distruzione di Roma mediante il fuoco, i Maia qualche millennio fa predissero la distruzione del “quinto sole” a causa del fuoco. E tutto ciò avverrà quest’anno.

Come dice qualcuno: io non ci credo, ma … hai visto mai. Perciò, nel dubbio, godiamoci questi spiccioli di vita rimastaci. Tanti auguri a tutti.

7 thoughts on “La Profezia di San Malachia

  1. Ma come, leggo il primo articolo e mi fai agitare???!!!….. Ne parliamo domani a pranzo. Patrizia (di Luisa!)

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  2. Malachia era uno che guardava avanti senza farsi illusioni. E aveva visto giusto. Quanto marciume, che schifo. Servirà un papato “tecnico”?
    Prima che ci sia la fine del mondo spero di riuscire a fare qualche cosetta che ho in pendenza…spero… 🙄
    ciao 🙂

    • Purtroppo abbiamo già dimostrato che un governo “tecnico” ha bisogno dei “supertecnici”, i quali, non sapendo come risolvere il problema, chiedono agli uomini “normali”, che cioè tecnici non sono, di suggerirgli cosa fare. Avrei potuto rispondere e suggerire, ma mi hanno detto che comunque non avrebbero tolto a Monti lo stipendio per darlo a me. E allora…….
      Ripensandoci, questo papa è un tecnico: più teologo di lui chi c’è??
      Magari servirebbe un prete qualunque, che non fosse un pedofilo, che ammettesse il matrimonio dei preti, che non continuasse a dire tante scemenze, che cacciasse via i mercanti dal tempio, che ammettesse i molti errori, le molte nefandezze, le atrocità in nome di quel Dio che fingono di venerare ma da cui sono molto lontani.
      Voglio mettere in evidenza una gran confusione. Il papa (la Chiesa) sostiene che bisogna avere FEDE. Ma nessuno nasce con la cosiddetta FEDE, anzi (e non si capisce perché) nasciamo secondo la Chiesa nel “peccato originale”. Non siamo ancora coscienti di noi stessi e già qualcuno pretende di dirci che siamo peccatori e ci libera da questo fardello. Dunque la Chiesa funziona come “distributrice” di FEDE, tanto è vero che è stata fondata proprio per questo. Ma se questo è lo scopo della Chiesa, dov’è la credibilità degli uomini che la compongono?? Oggi più che di Cristo siamo in presenza dell’antitesi di Cristo (il papa, il Camerlengo, lo IOR, le carte segrete, Emanuela Orlandi, i pedofili tenuti nascosti, gli intrighi di palazzo, la guerra contro chi vorrebbe una banca normale, con i controlli sul riciclaggio di soldi sporchi, l’avidità, …). Altro che “peccato originale”. E poi Cristo non aveva detto “crescete e moltiplicate”. Ma forse non sapeva (lui che sa sempre tutto) che noi non sappiamo mettere incinta una donna come fece suo padre.

      • Sai, un prete normale, uno sano di principi e seriamente convinto che la sua sia una missione, probabilmente non aspira a posti di potere. Il suo luogo ideale è stara fra la gente. Proprio ieri pomeriggio il mio amico mi diceva che il loro parroco, in occasione di una calamità naturale, aveva offerto alla gente parole di conforto da prete, e le sue forti braccia da uomo. S’era sollevato la tonaca e aveva lavorato con la pala come gli altri, come chi poteva. Ci sono ancora quelli che credono di poter portare il messaggio di pace e di poter essere d’aiuto agli altri. Scompaiono in mezzo a quelli che hai citato tu, feccia che dovrebbe venire eliminata dal mondo, altro che spostarli di parrocchia in parrocchia per coprire le nefandezze! I mercanti dal tempio non se ne andranno mai, dove c’è il denaro ci sono loro, è inutile. Ci fosse pure uno che arrivasse alla massima carica e tentasse di fare una seria pulizia, penso saprebbe che ciò che l’aspetta è un amaro calice…povero S. Francesco d’Assisi, penso si stia rivoltando nella tomba… e poveri anche noialtri che siamo sempre più schifati e ricorriamo alla fede fai da te. Salviamo qualcosa e buttiamo il resto.

  3. ma alla base di tutto si sono dimenticati che Cristo predicava su un monte, una radura, in mezzo alla gente semplice che non aveva bisogno di sfarzi, cerimonie per credere in Lui e in ciò che diceva.

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